Filippo

Filippo Stella Maranca iniziò giovanissimo la sua carriera di studioso, appena ventenne, dopo aver conseguito la laurea in legge a Bologna, con un saggio sugli aspetti giuridici del "matrimonio romano" che fu molto apprezzato per il contributo critico che apportava ad uno dei temi romanistici più complessi. Partendo da questo primo lavoro, proseguì tutta la vasta attività di ricerca e ricostruzione delle fonti del diritto e della storia romana, i cui risultati furono sistemati in una serie e di saggi e "rendiconti" ad accademie, tra cui quella dei Lincei, che gli valsero la cattedra universitaria e la fama presso università straniere alcune delle quali, come quella spagnola di Salamanca, lo insignirono della laurea honoris causa. Particolarmente originali nella produzione di Stella Maranca sono gli studi che mettono in evidenza non soltanto il "pandettista", ma l'umanista e il profondo conoscitore della letteratura classica. Stella Maranca era infatti un benestante che poteva fare una ricostruzione delle fonti, avvalendosi della splendida biblioteca di famiglia, arricchitasi di decine di migliaia di volumi dal cinquecento in poi (anche di incunaboli), per l'unione con la famiglia Antinori (Stella Maranca Antinori è, difatti, il casato), donata nel 1963 all'Università di Bari. Presso l'Ateno barese ha ricoperto la cattedra di epigrafia giuridica, esegesi, storia e istituzioni del diritto romano. Tra i suoi allievi piu prestigiosi, nell'università pugliese, alla Facoltà di Giurisprudenza, di cui fu preside, ci furono Aldo Moro, Luigi De Robertis e Pasquale Del Prete che alla notizia della sua morte si recarono a Lanciano per porgergli l'ultimo saluto.